In Consiglio gli strascichi della verifica. Marraffa: “Siete maggioranza e opposizione di voi stessi”

Nella seduta del Consiglio comunale di ieri è andata in scena la ghost track della verifica di maggioranza dell’11 e 12 marzo scorso. Di concreto c’è solo il passaggio di Giuseppe Serio nel gruppo consiliare del Pd, come indipendente di Alleanza Verdi Sinistra, un partito che ha in Elena Convertini un rappresentante in giunta, con la delega ai Servizi Sociali.

Evidentemente, però, i giorni, le riunioni, i comunicati stampa, i video, non sono bastati a chiarire la propria posizione, tanto che diversi consiglieri di maggioranza – anche stuzzicati dall’opposizione – sono caduti nella tentazione di utilizzare la seduta di Consiglio come se fosse una riunione di partito, o di maggioranza, ma questa volta col pubblico dei consiglieri di centrodestra, dei dirigenti comunali e di tutti i cittadini che seguivano la diretta streaming.

E non è solo il cringissimo botta e risposta tra Valentina Lenoci e Giuseppe Serio (suo ex compagno di partito) che rende l’atmosfera surreale, ma anche gli interventi dei consiglieri di GPS che hanno reso pubblico il malcontento nei confronti dell’ex assessore Dilonardo.

È toccato a Michele Marraffa, dopo 2 ore e venti di seduta, intervenire per spiegare ai giovani consiglieri comunali una regola che vale sempre: “I panni sporchi si lavano in famiglia”. E quindi: “Siete maggioranza e opposizione di voi stessi. Come fa il sindaco ad andare avanti? Non è una frenata, ma uno schianto. Fermatevi altre 48 ore. Il cittadino vuole sapere cosa deve mangiare domani, ha bisogno di fiducia. Non possiamo permetterci di non dare tranquillità ai cittadini“.

Così, mentre l’Unione Europea sta per comunicare ai cittadini un piano di emergenza civile, i giovani consiglieri martinesi impegnano il tempo pubblico per cercare di avere ragione. Ma su chi e per cosa? E a quale prezzo?

Ribadire in ogni occasione di essere diversi, di essere migliori, di non volersi associare, ma stare col piede dentro e uno fuori, approfittare di ogni intervento per rivolgersi ai martinesi che guardano sorridendo le esibizioni dal caldo di casa loro, da un lato divertiti, dall’altro preoccupati che davvero passano giorni e settimane durante i quali i consiglieri comunali non sono impegnati su come risolvere il contenzioso per l’appalto sui rifiuti, su come accelerare l’approvazione del Pug, snellire il lavoro dell’ufficio tecnico o prevenire i problemi legati all’aumento della povertà, ma solo su tatticismi per la poltrona, o peggio ancora giornate passate a discutere di un post sui social o a litigare in una chat. E se questo è sempre avvenuto, che senso ha far diventare il litigio un atto pubblico, farlo scrivere nei verbali del Consiglio, perché poi si venga ricordati non come il politico che ha portato benessere alla città, ma il politico che aveva ragione, se non probabilmente che è il segno che un po’ più di gavetta prima di approdare in Consiglio ci vorrebbe, e che i partiti servono davvero.

Sconforta il silenzio del Pd, interrotto solo da un lungo intervento di Antonio Sabato, che davvero sembrava nessuno stesse ascoltando, speriamo almeno lui stesso. Il partito che dovrebbe insegnare agli altri, invece, è senza guida, perché ormai è noto che chiunque provi a prenderne le redini diventa un morituro.

Ma probabilmente il problema reale sono quelle sedie vuote, quei cittadini che non ci sono, che preferiscono assistere ad uno spettacolo, invece che partecipare alla cosa pubblica, legittimando i comportamenti di alcuni consiglieri a favore di videocamera. Ecco, nella dinamica della comunicazione è importante il feedback, che una telecamera non dà. E se quelle sedie fossero riempite di persone, i loro feedback, in termini di espressioni facciali (almeno) servirebbero ai consiglieri per correggere il tiro e ricordarsi il motivo per cui sono seduti lì.

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