In attesa che si pronunci il Tar Lecce sul ricorso presentato a ottobre da Iliad, contro il diniego del Comune di Martina Franca riguardo l’installazione dell’antenna 5G alta sei metri davanti a La Lama, il Consiglio comunale di Martina Franca si prepara a riconoscere il sito rilevante dal punto di vista culturale, ultima arma di difesa del territorio contro le imposizioni delle multinazionali.
La vicenda, come i lettori ricorderanno, riguarda la sostituzione di un’antenna attualmente presente con una alta ben sei metri. Il Comune di Martina Franca ha un regolamento, approvato negli anni scorsi, ma non ha un piano, a causa di un problema amministrativo con il professionista incaricato. Da mesi l’argomento delle nuove installazioni è centrale nel dibattito cittadino ma ancora l’incarico non è stato assegnato, con grande rammarico del sindaco Palmisano, come si vocifera a Palazzo Ducale.
Nel frattempo sulla testa della città pendono diverse richieste di installazione, e quella de La Lama aveva visto il coinvolgimento di un comitato di cittadini che si è apertamente schierato contro. Dalla richiesta di installazione possono passare sessanta giorni e in caso di silenzio si procede positivamente. Il Comune di Martina Franca aveva però espresso il diniego il 17 ottobre scorso, ben oltre la presunta scadenza dei sessanta giorni, che era il 29 luglio. Il parere su cui si fonda il diniego arriva dopo la scadenza, l’8 agosto, a firma del IV settore (Urbanistica), che mette in evidenza come il regolamento edilizio comunale non permetta l’installazione di questo tipo di manufatti “limitatamente agli aspetti di competenza del settore scrivente letto quanto disciplinato dall’art. 60 del R.E.C. di cui alla D.C.C. n. 134 del 18/12/2019, gli “Impianti per tele radiocomunicazioni e reti in fibra ottica”, come di seguito riportato: “Considerato il pregio architettonico ed ambientale della zona A del vigente strumento urbanistico e della fascia media di 50 m dal perimetro del centro storico, è vietata l’installazione di antenne di impianti di telecomunicazione e radiotelevisione comprese le relative strutture di supporto”. Gli altri pareri arrivano nei tempi, tranne ARPA che non si esprime.
Secondo quanto si apprende da Palazzo Ducale, una richiesta da parte di Iliad avrebbe fatto slittare la scadenza, ma nonostante questo gli avvocati della compagnia telefonica hanno presentato un ricorso al Tar di Lecce, che si è riunito lunedì scorso, 27 gennaio 2025.
In attesa che si pronunci l’assise, il comitato spontaneo dei cittadini ha scritto una relazione tecnica sull’importanza storico-culturale de La Lama, chiedendo al Consiglio comunale di esprimersi in tal senso e allegando alla richiesta, firmata il 25 gennaio 2025, una esaustiva relazione tecnica che comprende anche quanto espresso dal nuovo Pug.
La richiesta è colta al balzo dalla consigliera comunale di Visione Comune, Valentina Lenoci (lo stesso partito dell’assessore alle Attività Produttive nella cui delega ricade la competenza per la gestione della vicenda), che scrive al presidente del Consiglio comunale, affinché porti questo nuovo ordine del giorno all’attenzione della Conferenza dei Capigruppo, la quale decide l’ordine del giorno del Consiglio. “Sarà approvato all’unanimità” ci conferma al telefono il presidente Giovanni Basta, ma bisognerà attendere che arrivi in Consiglio per comprendere se la difesa della bellezza della città riguardi solo una parte politica o davvero tutti i consiglieri.
Una volta dichiarata d’interesse culturale, La Lama potrebbe avere una serie di tutele superiori tali da difenderla dal tentativo di installazione dell’enorme manufatto, che mettere a rischio lo skyline della “città consolidata”, come viene definita dalla Soprintendenza.
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