Aborto. 100% obiettori a Martina Franca (80% in Puglia). È immorale?

Il diritto all’aborto è sancito dalla legge 194 del 1978, dopo anni di lotte per riconoscere questo fondamentale diritto (prima del 1978 una donna poteva essere condannata fino a cinque anni di carcere in caso di interruzione volontaria di gravidanza).

Secondo i dati diffusi dalla Cgil Puglia, qualche giorno fa, in Puglia la stragrande maggioranza di medici è obiettore di coscienza, ovvero si rifiuta di praticare quanto sancito dalla legge dello Stato. “Le donne sono costrette a spostarsi dai luoghi di residenza, per poter ricorrere alla Ivg chirurgica. Le percentuali cambiano dove è possibile ricorrere alla Ivg farmacologica, anche se non c’è una omogeneità dei dati nelle sei province pugliesi, sicuramente per le difficoltà legate all’attuazione della procedura che, con i nuovi protocolli, dovrebbe essere concordata dalla donna con il personale medico: se effettuarla in ambulatorio o in day hospital o, come prima, con un ricovero ospedaliero ordinario” scrive la Cgil Puglia.

Il dato è impressionante, a dimostrazione di come una certa moralità pregiudichi il diritto alla salute delle donne. A Martina Franca, ad esempio, su dieci ginecologi in servizio presso l’ospedale – secondo quanto diffuso dalla Cgil – il 100% è obiettore di coscienza.

La situazione è critica: “l’accesso a un aborto libero e sicuro attraverso strutture e personale non obiettore in numero adeguato alle esigenze e alle caratteristiche geografiche dei diversi territori; tempistiche certe di pieno rispetto della volontà e della salute delle donne; il ricorso alle pratiche di IVG più sicure e meno invasive, per il corpo delle donne, attraverso l’adempimento della Circolare del Ministero della Salute dell’agosto del 2020 sull’Aborto farmacologico e il recepimento delle linee guida; il rispetto del target minimo di un consultorio pubblico ogni 20 mila abitanti; assunzioni del personale necessario per garantire i servizi di prossimità e la multidisciplinarietà; il divieto per le associazioni antiabortiste di entrare nelle strutture pubbliche dove si effettua la prima visita e l’accesso all’IVG per garantire la libera scelta delle donne” e la Cgil chiede un tavolo di confronto “per poter analizzare le criticità legate alla Ivg e alla situazione dei Consultori, alla luce anche del confronto avviato sul Piano Nazionale Equità nella Salute, presso il Dipartimento Salute, che tra le quattro linee di azione affronta proprio gli interventi legati al consolidamento dei consultori. Nel frattempo la Cgil Puglia continuerà a monitorare i dati, l’incidenza del fenomeno dell’obiezione di coscienza e l’operatività dei consultori e delle strutture sanitarie, a partire dai territori, affinché le donne possano continuare il proprio percorso di autodeterminazione in piena libertà e tutela dei propri diritti“.

Sorprende come siamo pronti a puntare il dito nei confronti di religioni che impongono determinati comportamenti alle donne e non ci rendiamo conto di come anche in Italia (e a Martina Franca) questo tipo di moralità sia presente in maniera evidente. Giova ricordare che la religione impone dei limiti a chi crede e non a tutti, i cui diritti sono invece tutelati dalle leggi dello Stato ma soprattutto tocca da vicino la vita di migliaia di donne, giovani e meno giovani, costrette a subire nel 2024 le forche caudine per far valere i propri diritti.

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Commenti

Una risposta a “Aborto. 100% obiettori a Martina Franca (80% in Puglia). È immorale?”

  1. […] Verremo meno alla nostra mission di spazio di cambiamento culturale se sottovalutassimo la notizia pubblicata su Martina News che riporta un dato molto preoccupante: ovvero la presenza di soli obiettori di coscienza […]

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