La quinta partita casalinga stagionale per il Martina, che mi porta a scrivere questo quinto capitolo di calcio e sapori, è anticipata di un giorno per motivi di ordine pubblico vista la fiera di San Martino in programma domenica 11. Avversario di giornata in questo inedito sabato pomeriggio dedicato al calcio è il Real Siti, compagine che attualmente occupa la sesta posizione in graduatoria, un punto dietro i biancazzurri locali che devono, però, ancora rigiocare la sfida con il Vigor Liberty San Paolo Bari.
Il Real Siti ha sede nel comune di Stornarella in provincia di Foggia e la denominazione della squadra affonda le radici nella storia, ai tempi della fondazione di questo comune che vanta poco meno di 6mila abitanti. Alla fine del 1700 Re Ferdinando IV di Borbone per incrementare le produzioni agricole fondò i borghi di Carapelle, Ordona, Orta Nova, Stornara e Stornarella appunto, che presero il nome dei Cinque Siti Reali. La popolazione iniziale fu costituita da coloni, inviati proprio per lavorare la terra.
Geograficamente siamo in pieno Tavoliere delle Puglie, zona in cui è fiorente la produzione di cereali e pomodori. Nel territorio intorno a Cerignola (città dove ha sede il campo di gioco del Real Siti) però trovano ampio spazio l’olivicoltura e la vitivinicoltura di qualità.
Proprio da qui parte la mia consueta analisi dei sapori tipici del luogo. A portare la bandiera vi è senza dubbio la Bella di Cerignola, la più grande oliva da tavola al mondo. Ovale, verde intenso e lucido, giustamente sapida, carnosa e succosa. Una vera prelibatezza riconosciuta anche a livello europeo vista l’assegnazione del marchio di tutela DOP.
Tra i piatti tipici di tradizione contadina vi è il Pancotto: ricetta che esalta al massimo il recupero e il riutilizzo dei prodotti in cucina. Una volta era la cena dei poveri, fatto con pane raffermo e con i resti delle verdure che si avevano in casa (cicoria, rucola, rape, ecc.) oggi è diventato una specialità di molti ristoranti della zona; alcuni lo propongono proprio all’interno della pagnotta.
Immancabile la chiusura con l’abbinamento del vino. Nella zona di Cerignola segnalo Antica Enotria, azienda agribiologica che oltre alla lavorazione delle proprie uve (12 ettari coltivati in biologico) produce conserve con gli altri prodotti coltivati. Il primo vino che voglio segnalare è la Falanghina (IGT Daunia). Decisamente fruttato al naso in gioventù, sprigiona col tempo note minerali. Fresco e sapido al palato, è un accompagnamento ideale per il pancotto. Mi piace anche il rosato da uve Montepulciano, molto equilibrato e dagli aromi persistenti. Tra i rossi, il più caratteristico e territoriale è sicuramente il Nero di Troia (Puglia IGT) che fa un primo passaggio in acciaio prima di evolvere per 12 mesi in botte grande. Lo stile di produzione lo rende elegante e morbido, intenso e ricco di profumi.
(in foto il Pancotto foggiano – fonte web: La Puglia è servita)
Lascia un commento