Esiste la remota possibilità che Martina Franca non sia conosciuta. Mi rendo conto che è una ipotesi così lontana dalla nostra comprensione che rasenta l’impossibile, ma in qualche angolo del cosmo siamo certi esiste qualcuno che non conosce San Martino, non ha mai fatto un giro nel ringo, non ha parcheggiato in doppia fila un attimino, non è mai stato al Festival della Valle d’Itria, non ha smadonnato per le file all’ufficio tributi, non ha mai assaggiato il capocollo, o il panzerotto o una bombetta. Lo so, è così stupido pensare che qualcuno non sappia che una volta le giostre erano in Piazza d’Angiò e ora sono al Pergolo.
Eppure è così.
I martinesi, molti, non tutti, l’hanno scoperto grazie ad un tedesco che ha avuto la malaugurata voglia di andarsi a prendere un caffè sullo stradone. Grazie a questo crucco biondo, questi poveri meschini che non sapevano chi e cosa fosse Martina Franca, l’hanno scoperto.
Una collaboratrice del giornale Sportfair.it ha avuto la sciagurata idea di scrivere un pezzo ironico su Martina Franca, nel quale si chiede, con molta (troppa?) ironia, come mai il crucco abbia scelto proprio Martina Franca. Questo pezzo (che potete leggere qui), ha interrotto l’idillio per il quale anche il portierone della nazionale crucca panzer kampioni del mondo abbia scelto Martina Franca (Marten Marten quand se berafatt) come meta di una placida seppur breve vacanza. Alcuni martinesi, molti, ma non tutti, hanno levato gli scudi, serrato i ranghi e hanno iniziato a protestare contro giornale e autrice, tanto che lo stesso direttore è stato costretto a scrivere un editoriale in cui darebbe lezione di satira (che potete leggere qui).
Se ricostruiamo quanto è successo, ci potremo rendere conto, però, che mentre Sportfair indicava la luna, ci si è concentrati sul dito. Anche chi ha delle responsabilità. Manuel Neuer immaginiamo che aveva qualche giorno libero, a causa di un leggero infortunio. Supponendo che il più forte portiere del mondo non si mette con il tablet sul divano per cercare offerte su Groupon, molto probabilmente si sarà rivolto ad un’agenzia che gli ha consigliato Borgo Egnatia o qualche resort esclusivo extralusso. Neuer, per quanto possiamo voler bene a un tedesco, probabilmente non sapeva che il resort brillava della luce riflessa nientepopodimenochè della città del Festival, ma tant’è. Ieri mattina avrà chiesto al concierge qualcosa tipo: “Kosa potere federe qui ficino?”. E il concierge gli avrà messo a disposizione un autista per accompagnarlo a Martina, Ostuni, Alberobello, Locorotondo.
Se questa ricostruzione è giusta, possiamo pacificamente supporre che nemmeno Neuer sa dove si trova Martina Franca.
Già, ma nemmeno alcuni, molti, ma non tutti, cittadini di Martina Franca sanno dove si trova la propria città. A difesa dell’onore della città del rococò, già vittima dell’affronto subito 7 anni fa dalla Galbani che si era permessa di mettere un cartello Erice, si sono eretti anche alcuni rappresentanti e ex rappresentanti istituzionali. L’onorevole Chiarelli ha addirittura fatto un esposto all’ordine dei giornalisti e l’ex assessore alla cultura ha scritto parole di fuoco sul suo profilo Facebook.
M’indigno, dunque sono (bipartisan).
Eppure se qualcuno nel cosmo non conosce Martina Franca, nonostante il Festival, il capocollo, le aziende che vanno al Pitti, il vestito di Batman e il panzerotto, potrebbe essere vittima della mancanza di efficaci politiche di promozione turistica. È marketing, bellezza! Se analizziamo le spese per le politiche turistiche degli ultimi anni, scopriamo che nel 2007 il Comune aveva speso zero (amministrazione Conserva, centrodestra) e che fino ad Ancona la spesa era di due euro a cittadino (all’anno). Nel 2014, ultimo dato disponibile, la spesa era arrivata a 4,67 euro a cittadino. Qualcosa in più per la cultura, grazie a quanto si spende per il Festival: 7,56 euro.
Quanto spendono gli altri comuni? Secondo i dati del 2014 di OpenBilanci (a proposito di open data), Martina Franca era al 55° posto in Puglia per le spese turistiche (ha speso 4,67 euro a cittadino). Ostuni ha speso 16,56 euro, e Locorotondo 11 euro. Non parliamo della cultura. Ceglie ha speso nel 2014 ben 58 euro a cittadino, mentre Monopoli 35.
A questo punto le conclusioni le lascio ad altri.
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