Da domenica il tavolo del centrosinistra sembra essersi definitivamente rotto, è saltato, come si dice in gergo. Diviso in due, sembra. Da una parte chi sostiene Franco Ancona, dall’altro chi sostiene Pasquale Lasorsa. O meglio, ad accettare Ancona come candidato sindaco unitario pare siano tutti, in teoria, anche Lasorsa e Idv. Solo che la condizione che hanno posto sono le primarie. O si fanno le primarie oppure non ci sono margini di trattativa. Nel frattempo il Pd e gli alleati (Sel e la Puglia per Vendola) non sono d’accordo, anche se, a quanto scrive lo stesso Ancona sulla stampa, alle primarie lui sarebbe disposto.
La domanda che viene legittima sarebbe come mai i partiti non vogliono le primarie nonostante il candidato che sostengono sia disponibile? La risposta ufficiale è che siccome Ancona è apprezzato da tutti, non c’è bisogno. Anche Martucci ha espresso apprezzamento per il candidato, tanto da indicarlo come possibile city manager. Quindi, considerando il consenso, fare le primarie sarebbe un inutile perdita di tempo. Meglio ancora, rinunciare ad esse significherebbe dimostrare alla città che quello che sta a cuore non è necessariamente la poltrona, ma il bene comune. Un ragionamento politico: se il bene della città passa da un passo indietro, un candidato a rappresentare i cittadini ne dovrebbe fare due.
Eppure c’è un ragionamento un po’ più ampio, sulla questione “primarie”. Esse sono uno strumento per unire una coalizione, per fare da collante, per coinvolgere i cittadini. Utilizzate per una resa dei conti significa snaturare il mezzo e renderlo praticamente inutile. Soprattutto se si devono organizzare in così poco tempo. In 15 giorni, forse, non si riuscirebbe a creare quella struttura tale da rendere le primarie un reale strumento di democrazia ma semplicemente una conta di truppe cammellate.
Il no alle primarie passa, sembra, da una visione più ampia. Nonostante alcuni dicano che si rinunci ad esse per pavidità. Non confrontarsi con Lasorsa per il giusto riconoscimento, può significare aver paura di perdere. Ma, considerando la storia di Ancona, questo può essere difficile.
Rimane che Lasorsa ha, giustamente, posto l’accento sul ritardo, sul comportamento poco “educato”, una scelta che è arrivata quando il suo nome era l’unico sul tavolo ormai da tanto tempo. Le primarie sarebbero un giusto riconoscimento e non è detto che saltino completamente, considerando che, pare, il centro Polivalente sia già stato prenotato per il 4 marzo.
Aggiungiamo, per dovere di cronaca, che l’Idv regionale ha diramato l’ordine di uscire da ogni trattativa con il Pd. Probabilmente per problemi nazionali. A questo punto, va detto, non ci sarebbero primarie che tengano, ma solo interessi particolari.
Nessuna novità, quindi.
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