Secondo le dichiarazioni rilasciate alla Procura Antimafia di Lecce, Gianfranco Chiarelli, consigliere regionale del Pdl, avrebbe pagato 15.000 euro per essere eletto al Consiglio Regionale contando anche sui voti che la malavita, pare, controlli a Taranto. Secondo Mario Babuscio, sotto inchiesta per il processo “Mediterraneo” e “Scarface“, l’avvocato penalista martinese avrebbe chiesto l’appoggio di Michele Scarci, boss della Salinella, per essere rieletto al Consiglio Regionale. Gli incontri, a cui Chiarelli avrebbe partecipato accompagnato da Ernesto Spezio, sarebbero avvenuti in un bar. Il costo dei voti sarebbe stato di 15.000 euro, di cui 5000 a Scarci, 5000 a Babuscio e altri 5000 per il volantinaggio. Secondo le dichiarazioni, parte della collaborazione della malavita tarantina si sarebbe concretizzata attraverso la diffusione del materiale elettorale del candidato Chiarelli.
Secondo le notizie riportate dai quotidiani, il tramite per l’incontro tra Chiarelli e Babuscio è stato Gaetano Carrozzo, ex esponente della sinistra jonica, i cui manifesti di appoggio alla Puglia Prima Di Tutto riempivano Taranto l’anno scorso. Sarebbe stato Carrozzo a indirizzare i “servizi” della mala tarantina verso Chiarelli.
La notizia del coinvolgimento di Chiarelli nell’inchiesta, che esplode come una bomba in un momento delicato della vita politica locale, non è stata commentata ancora dal consigliere regionale. Nessun commento, per ora, dagli esponenti politici e della società civile di Martina Franca, città in cui la notizia del coinvolgimento di Chiarelli in un’inchiesta della Procura Antimafia, dovrebbe avere maggiori conseguenza, soprattutto in vista dell’appuntamento elettorale della prossima primavera.
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